sabato 9 marzo 2013

Spensieratezza da Oscar

Oggi leggevo questa intervista su Vanity Fair di Jennifer Lawrence che a soli 22 anni ha vinto l'Oscar come migliore attrice protagonista.

Jennifer ha una caratteristica che invidio molto, qualcosa che le viene naturale e per cui io invece mi devo sforzare tanto, tantissimo: la nonchalance. 

Fare le cose senza curarsi delle conseguenze, ma solo perchè non ci si pensa, semplicemente non ci si bada, si pensa ad altro. Vivere lasciandosi andare, pensando che in un modo o nell'altro tutto andrà a posto, tutto si sistemerà. 

Ecco cosa dichiara con assoluto candore la bella e serena Jennifer:

"Vede, io (...) [n]on ho abbastanza paranoia, neanche un grammo, da nessuna parte: sono sull’autostrada e rischio di restare senza benzina perché non ci penso. È sempre così: non ho idea di che cosa faccio, vado in giro spensierata, sperando che tutto andrà bene".

Ecco, è proprio l'esercizio in cui mi sto impegnando io. Faccio una fatica incredibile. Sto sempre a pensare, prima ancora che le cose accadano, a tutte le possibili conseguenze. E se succede questo? E se succede quello? E se non riesco a farlo? E se ci riesco?

Come se pensare in anticipo a tutte le cose che potrebbero accadere mi permettesse di essere preparata. Preparata al peggio, preparata a una delusione, preparata a un dispiacere, preparata a reagire a qualsiasi imprevisto.

Come se davvero servisse, essere preparati. Serve solo a vivere con ansia la vita e a vedere pericoli a ogni angolo.

Mi alleno a lasciarmi andare, ad allentare il controllo finora ferreo su ogni aspetto della mia vita. Ma ci sono cose, quasi tutte a dire la verità, che non posso proprio controllare. Eh ma io ci provo lo stesso, sto lì a rimuginare e perdo tempo ed energia vitale a preoccuparmi delle conseguenze, a temere il futuro.

Controllo il mio comportamento da quando sono bambina, sono una piccola nazista che tortura se stessa. Non fare questo: potrebbe dispiacere tua madre. Non fare quello: potrebbe infastidire i tuoi amici. Non fare quell'altro: potrebbe disturbare quel gruppo di sconosciuti che non hai mai visto e non rivedrai mai più.  

Sempre controllata su tutto, che fatica.

Certo non posso di punto in bianco diventare come Jennifer. Che probabilmente a volte darà anche sui nervi ai suoi amici per la sua svampitezza. Però ci sto provando davvero. Sto provando a rilassarmi, lasciare che le cose vadano come devono andare, che tanto lo fanno lo stesso.    

Respirare a fondo, rilasciare i muscoli, lasciarsi andare, lasciare andare le cose, liberare la mente, pulirla dalle cose inutili, vedere solo l'essenziale. Che poi è l'unica cosa che serve per vivere. 

2 commenti:

  1. A conclusione del tuo post, sul quale sai già come la penso, ti lascio un passo famoso di una donna straordinaria: "Non aspettare di finire l'università, di innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere dei figli, di vederli sistemati, di perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina, la primavera, l'estate, l'autunno o l'inverno. Non c'è il momento migliore di questo per essere felice, la felicità è un percorso non una destinazione. Lavora come se non avessi bisogno di denaro, ama come se non ti avessero mai ferito, e balla come se non ti vedesse nessuno. Ricordati che la pelle avvizzisce, i capelli diventano bianchi, e i giorni diventano anni. Ma l'importante non cambia, e la tua forza, la tua convinzione, non hanno età. Il tuo spirito è il piumino che tira via ogni ragnatela, Dietro ogni traguardo c'è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c'è una nuova sfida. Finché sei vivo, sentiti vivo". Madre Teresa di Calcutta
    Buon weekend cara Amy, un abbraccio!

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  2. Grazie SIlvia per queste meravigliose parole, come sono vere e giuste. Voglio renderle mie, ci provo ogni giorno, ma per come sono fatta non è sempre facile. La felicitá è un percorso non una destinazione... È da ricordare sempre... Ti abbraccio, buon weekend!!!!

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