Eccomi alleggerita di un altro piccolo pezzo del fardello che mi porto
sulle spalle.
Il senso di colpa cosmico, la sensazione che tutto dipenda da me, se mollo
chissà cosa succede.
La paura di deludere gli altri, di non essere all’altezza delle loro
aspettative, di non piacere più, improvvisamente, per un unico minuscolo passo
falso.
Non dire mai di no, nascondere le mie fragilità, fingere di desiderare
qualcosa da cui in realtà vorrei scappare. Ecco come il lavoro si trasforma in
un incubo.
Tutta l’energia è concentrata lì, che spreco gigantesco.
Poi può darsi che io abbia comunque sbagliato direzione, che faccia
qualcosa che non è adatto a me, che mi sia collocata in un luogo che non è e
non sarà mai il mio.
Però se cominciassi ad alleggerire il peso delle mie giornate usando la mia
energia in un altro modo probabilmente la sensazione al risveglio sarebbe tutta
un’altra.
Ho un compito per le prossime settimane: essere imperfetta, lasciarmi sfuggire
i dettagli, non controllare tutto, lasciare andare, prendere le distanze,
fregarmene di quello che pensano gli altri.
Accettare la disapprovazione, permettere che un mio no possa creare una piccola
delusione nel mio capo, nei miei, nei miei amici. Dire: questa è quella che
sono, questo è quello che posso offrire. Non approfittatene.
Non sarà certo facile per una che da una vita fa esattamente l’opposto. Comincio
da oggi.